![]() Si è concluso oggi il primo percorso di Musicoterapia in Gravidanza finanziato dall'Ordine degli Psicologi della Valle d'Aosta Un ringraziamento speciale a tutte le mamme e i loro piccoli e ad Artemisia società cooperativa sociale per l'ospitalità A partire dal 6 marzo 2018 riparte la seconda edizione del percorso di formazione rivolto ad insegnanti e genitori.
Per info: http://www.aostapsicologo.com/dsa-e-bes-tra-emozioni-e-apprendimento.html Oggi intervista in radio per raccontare che cosa è la musicoterapia e i progetti futuri in compagnia del collega Alberto Ventrella, Musicoterapeuta ed educatore. Un ringraziamento a Forme Vitali per l'invito alla trasmissione!
Di seguito i link per scaricare l'intervista completa: prima parte seconda parte Incontri informativi e di confronto sul delicato tema dell'apprendimento rivolti a insegnanti, genitori ed operatori che si occupano di supportare i ragazzi con difficoltà di apprendimento. Gli incontri incontri si terranno presso lo Studio Sinapsi in Corso Lancieri 11 ad Aosta e saranno condotti da Fulvio Cavalet Giorsa, Logopedista ed Robertelli Emanuela, Psicologa Psicoterapeuta dell'età evolutiva. 7 novembre 2017 dalle 18.00 alle 19.30: DSA e BES: Difficoltà o disturbo specifico? Questo è il problema! 14 novembre 2017 dalle 18.00 alle 19.30: Attenzione e memoria: la complessità dei diversi profili 21 novembre 2017 dalle 18.00 alle 19.30: Apprendimento ed emozioni 28 novembre 2017 dalle 18.00 alle 19.30: Un po' di pratica per comprendere meglio il complesso mondo degli apprendimenti. Per info: Fulvio Cavalet Giorsa: tel. 392 1836294 - email: fulvio.cavaletgiorsa@gmail.com Robertelli Emanuela: tel. 342 3187060 - email: robertelli.psi@gmail.com Lunedi 23 ottobre ore 18. incontro informativo presso Studio Sinapsi Iscrizioni entro il 24 ottobre 2017 Il gruppo verrà attivato al raggiungimento di minimo 5 partecipanti. Costo del percorso 60 € per l'interno percorso. Scarica Locandina ![]() Il sonnellino pomeridiano è per molti genitori un momento faticoso in cui i bimbi nonostante siano molto stanchi hanno difficoltà ad addormentarsi diventando a volte una vera e propria battaglia o dopo tanta fatica si svegliano dopo poco tempo... Uno dei fattori che può influire sulla nanna diurna è l'esposizione alla luce, vediamo perché... Continua a leggere l'articolo Scopri il progetto Dolci Nanne Il sonno e i bimbi: aspetti fisiologici, culturali, antropologici, psicologici e non solo...![]() “È un bravo bambino? Dorme?” è una delle tipiche domande che vengono poste a mamme e papà. Effettivamente il tema della nanna è un argomento molto sentito dai neo e futuri genitori; dalle 8 ore senza risvegli sono in pochi i “fortunati” a poter mantenere questa abitudine anche dopo la nascita del piccolo. Le aspettative della nostra società richiedono sia al bimbo che alla mamma autonomia e crescita in tempi rapidi non tenendo conto però della fisiologia del sonno, degli aspetti antropologici e soprattutto della specificità e unicità di quella coppia madre - bambino. “Mio figlio non dorme! Soffre di insonnia?”. Nei bambini si parla di risvegli notturni: il piccolo dopo essersi svegliato riprende a dormire se consolato o coccolato dalla mamma o dal papà. Per comprendere meglio le cause dei risvegli notturni è necessario soffermarci su alcuni aspetti della fisiologia del sonno. Nell’adulto la fase REM coincide con circa il 20% del nostro sonno, momento in cui si sogna, il cervello elabora le informazioni, fondamentale per l’apprendimento. Il bambino invece dedica a questa fase il 50% del sonno occupando la quasi totalità della sua giornata nei primi mesi di vita. Il bimbo appena nato, a differenza dell'adulto, ha numerosi cicli di sonno e diversi passaggi dal sonno REM al sonno non REM, i risvegli notturni avvengono proprio durante il passaggio da una fase all'altra, momento in cui il sonno è più leggero ed il bimbo è più vulnerabile. Così come correre, camminare, parlare e mangiare anche dormire è una competenza che si acquisisce nel tempo, in media intorno ai tre - quattro anni. Durante questo periodo ci sono fasi o motivazioni particolari in cui emerge una maggiore fatica a riaddormentarsi; ad esempio l'apprendimento di nuove competenze come il gattonare, i primi passi o le prime parole rappresentano per alcuni momenti di regressione su altri aspetti di apprendimento come il sonno. Anche lo svezzamento rappresenta un momento importante nella relazione madre - bimbo che può avere ripercussioni anche sul sonno; esso è infatti un primo distacco dopo mesi di fusione e simbiosi, un momento delicato, sia per il piccolo che per la mamma. Un'altra fase cruciale si presenta intorno ai nove mesi con il periodo definito ansia da separazione, in cui il bimbo inizia a comprendere di essere un individuo separato dalla madre e la nanna rappresenta un distacco, una perdita di controllo. Sono fasi passeggere che possono essere superate accogliendo i bisogni del nostro bimbo dando loro ascolto e sicurezza attraverso il contenimento fisico, la vicinanza e l'ascolto. Una ricerca condotta dall’Associazione Culturale Pediatri delle regioni Puglia e Basilicata conferma le necessità di vicinanza e contatto non solo durante il giorno ma anche durante la notte anche per i bambini italiani. Dallo studio, che ha coivolto 36 pediatri e 1438 bambini, emerge che il 72% dei bambini tra 1 mese e 3 anni ha bisogno della presenza del genitore per addormentarsi, la maggior parte (67%) richiede proprio il contatto fisico. Mamme e papà non preoccupatevi ogni bimbo imparerà a dormire, non esistono formule magiche per far fare la nanna ai vostri piccoli, ma ognuno troverà la sua strada in relazione alla sua storia e con i suoi tempi... Le notti in bianco abbracciati nel lettone resteranno solo un dolce ricordo... Scopri il progetto Dolci Nanne Psicoterapia e prima infanzia, come quando e perché richiedere il supporto di uno specialista.![]() I primi anni di vita del bambino sono importantissimi per lo sviluppo psico affettivo e cognitivo dell'individuo; è proprio in questo arco di tempo che si struttura la personalità di ogni soggetto, le sue modalità di relazione con i pari, con gli adulti e con il mondo che lo circonda. Durante questo breve periodo sono numerosi cambiamenti che il bambino deve affrontare, non solo sul piano fisico, ma anche cognitivo, comportamentale ed emotivo e possono presentarsi momenti di difficoltà e crisi che coinvolgono non solo il piccolo, ma il suo mondo… la sua famiglia. Le nuove tappe evolutive e nuovi apprendimenti sono un meraviglioso traguardo, ma qualche volta possono essere faticosi o fonte di sofferenza lasciando spazio a comportamenti a volte inspiegabili per noi adulti e difficili da comprendere, come crisi di rabbia, pianti inconsolabili. Altre volte è invece il corpo a parlare manifestando quelle emozioni che il piccolo non può o non riesce a verbalizzare, sono quei bimbi che manifestano il loro disagio attraverso malessere fisico, come un tremendo mal di pancia, difficoltà ad addormentarsi, enuresi notturna. Quando chiedere aiuto, una consulenza e il supporto di un esperto? - difficoltà scolastiche, - disturbi del sonno, - disturbi alimentari, - disturbi dell’attenzione e della concentrazione, - iperattività e disturbi della condotta - depressione, - stati d’ansia, - enuresi, - disturbi della comunicazione, - disturbi dello sviluppo - problematiche insorte in seguito a particolari momenti di cambiamento come l’inserimento all’asilo, il cambiamento di casa, la nascita di un fratellino, la separazione dei genitori, o un evento traumatico. Perché è importante una presa in carico in età evolutiva? La presa in carico psicologica in età evolutiva può essere un aiuto importante per i nostri figli, per affrontare questi normali difficoltà; inoltre un intervento tempestivo e mirato permette comprendere e gestire le difficoltà attuali e prevenire quelle future. Come funziona un percorso di psicoterapia? Il percorso di psicoterapia dedicato ai bambini prevede un lavoro con i genitori e con il bimbo. I primi colloqui sono dedicati alla conoscenza della famiglia ed alla raccolta della storia del nucleo con i genitori. Gli incontri successivi con il bambino sono dedicati invece a sedute di dialogo, gioco e disegno. Per mezzo di questi strumenti il terapeuta aiuta il bambino a comprendere il suo stato d'animo, a riconoscere le emozioni e dare un significato ai sintomi ed ai comportamenti che generano in lui sofferenza. La separazione o un divorzio, rappresentano un momento difficile per tutta la famiglia. Come affrontare questo momento di cambiamento?![]() La separazione o il divorzio, ma anche situazioni ad alta conflittualità all'interno del nucleo familiare sono causa di malessere e stress non solo per la coppia genitoriale, ma anche per i più piccoli. I genitori rappresentano per il bambino una base sicura, in cui trovare nutrimento, affetto e cura. La sua famiglia è il terreno fertile in cui iniziano i primi apprendimenti, in cui il bimbo impara e crea nuove modalità relazionali che lo caratterizzeranno per tutta la sua vita. La separazione rappresenta quindi per il bambino una frattura di questo equilibrio in cui può subentrare la paura di perdere uno dei genitori, una minore sicurezza o la perdita di un riferimento affettivo. Cosa possono fare i genitori per affrontare la separazione? [..] Continua a leggere su prontoprofessionista.it |